Gli uomini e le Donne

Lamezia e i suoi primi cinquant'anni

Intervista a Basilio Perugini, figlio di Arturo, autore del disegno di legge per la costituzione del comune di Lamezia Terme

Il Comitato Lamezia 4 gennaio 2018 si è proposto, sia pure consapevole della fatica e delle mille difficoltà che l’iniziativa comporta, di accendere una necessaria scintilla di orgoglio lametino per riprendere un faticoso cammino di progresso e di concordia le cui uniche stelle comete devono essere la legalità e l’amore disinteressato per la nostra Lamezia. Difficoltà consistite in primo luogo da alcune voci di dissenso, frutto anzitutto della miope visione di taluni che non intendono prendere atto che la realtà di Lamezia è una realtà positiva, irrinunciabile e non revocabile, e parlano ancora dei tre vecchi comuni, che fusi tra di loro (e non incorporati in uno di essi) con pari dignità hanno dato vita alla nuova Città che ha un unico nome nuovo, Lamezia Terme. Fortunatamente la categoria dei cittadini nati a Nicastro, Sambiase e S. Eufemia, man mano che passa il tempo, si estinguerà e resteranno solo coloro che sono nati dal 4 gennaio 1968 in poi che sono e saranno a tutti gli effetti solo Lametini. Difficoltà ulteriormente rappresentate da altre marginali e singole voci dissenzienti che sostengono che non c’è nulla da festeggiare e, conseguentemente, il Comitato non avrebbe ragion d’essere.

Scopo del Comitato Lamezia 4 gennaio 2018

Il compito che il Comitato si è prefisso è anzitutto quello di creare momenti di riflessione e di confronto anche critico perché se è assolutamente vero che la Lamezia sognata e ideata dal suo fondatore non si è sin qui compiutamente realizzata, è evidente il dovere di esaminare le ragioni che hanno determinato questa inaccettabile situazione e, quindi, di fare anche autocritica perché le sorti della Città sono state la conseguenza certamente di miope politica, di inqualificabili trasformismi egoistici, di slealtà, di impreparazione, di pressappochismo, di mancanza di coraggio e progettualità, ma anche di errori dei cittadini che hanno reso possibile tutto ciò. Perché, è bene ricordarlo, che i cittadini hanno a loro disposizione la più potente arma democratica, cioè il voto. Se lo utilizzano bene essi sono artefici di progresso, benessere e pace sociale, al contrario sono colpevoli complici del malgoverno e di tutte le relative intuibili conseguenze. Non si deve certamente instaurare un processo nei confronti di chicchessia bensì un dibattito serio, scevro da vincoli ideologici, che metta al centro gli interessi della nostra Gente, che proponga programmi concreti per la cui soluzione ci sia il concorde impegno di tutti coloro che amano veramente Lamezia. Anche a costo di sacrificare qualche ambizione e qualche interesse personale! Queste sono le aspettative dei Lametini che temono che Lamezia resti ancora una speranza delusa. Gli ostacoli, comunque, ancora tanti, erano rappresentati essenzialmente dal campanilismo provincialistico, di cui erano espressione i potenti di allora, che non consentiva il decollo dei centri minori. La soluzione del problema non poteva essere altra se non la creazione di una moderna e grande realtà cittadina, che, per la felice ubicazione al centro della Regione, avrebbe potuto e dovuto costituire il superamento degli sterili contrasti tra le tre provincie di allora. Queste, infatti, tentavano di soddisfare la loro smania di emergere solo attuando una logica spartitoria che non approdava e non è approdata a nulla. Di qui il progetto della grande Lamezia, che non doveva essere solo la somma di tre Comuni che avrebbero mantenuto inalterati i propri limiti e le proprie debolezze, ma la creazione di una nuova entità alla quale ciascuno dei tre vecchi Comuni avrebbe dato l’insostituibile apporto di quanto di meglio ciascuno di essi possedeva e nella quale si sarebbero definitivamente fusi.

Arturo Perugini e il concepimento di Lamezia Terme

Nei sogni di Arturo Perugini Lamezia, così come l’aveva concepita, per la sua posizione geografica di equidistanza dalle tre province, per tutto quello di cui la natura l’aveva dotata, per tutto ciò che le sue popolazioni avevano con sacrificio e duro lavoro realizzato, aveva certamente vocazione e titolo per essere il capoluogo della Regione. Non solo da un punto di vista politico ed amministrativo, ma anche da quelli economico, industriale, culturale, sanitario e turistico. E per far ciò oggi, come ieri, basterebbe avere idee chiare, concretezza, mancanza di sterile conformismo, senso delle istituzioni, coraggioso decisionismo, generosità e disinteresse personale, disponibilità a subire l’ostilità dei tanti strenui difensori di interessi particolari e privati che temono una Lamezia Terme forte. Purtroppo così non è stato e non è, perché su quel meraviglioso sogno di un uomo che amava profondamente la sua Città e la sua Gente ha prevalso la logica del provincialismo e dell’egoismo campanilistico, che hanno consentito la costruzione di alcune effimere fortune politiche, utili solo ad assicurare personali vantaggi a taluni, ma assolutamente estranee ad iniziative idonee ad attribuire, anche in misura minima, il ruolo che sarebbe spettato e che certamente spetta a Lamezia Terme. La Città è stata gradualmente spogliata di tutto ed indebolita. Mi auguro fortemente che non venga spogliata anche del Tribunale e dell’Aeroporto.

Lamezia Terme e i Lametini

Questi sono gli argomenti che il Comitato intende proporre al pubblico dibattito nel corso del 2018 perché ad esso seguano le azioni politiche che trasformino Lamezia da speranza delusa a giusta e meritata realtà. Questo è il compito che coloro che saranno chiamati a rappresentare Lamezia a tutti i livelli (amministrativo, provinciale, regionale, parlamentare e di governo) devono svolgere per risalire la china. Ed in questo avranno parte indiscutibilmente prevalente le nuove generazioni, i veri lametini che dovranno nettamente distinguersi da coloro che, pur avendo avuto tante ed importanti responsabilità non so cosa potrebbero rispondere a se stessi se si domandassero non tanto cosa ho fatto per Lamezia (perché la risposta sarebbe semplicissima e cioè nulla), ma cosa avrei potuto fare per la mia Città e non l’ho fatto (risposta difficile perché la lista sarebbe molto lunga). La politica deve ritrovare il suo significato originario di arte nobile, che significa solo ed esclusivamente servizio disinteressato della collettività. La politica deve essere frutto del solo leale confronto delle idee, confronto duro, vivace, virile, ma non intriso di cinismo, di ipocrisia, di menzogna, di maldicenza e di violenza. Si può essere avversari, ma non nemici. L’avversario deve essere rispettato se si vuole dallo stesso ottenere rispetto. Ognuno ha la stessa dignità del proprio avversario, perché entrambi sono al servizio disinteressato della Comunità. Di certo ogni comunità ha una sua storia, con tanti momenti belli ed esaltanti, che devono essere celebrati con dignità ed orgoglio, e di momenti oscuri e dolorosi, che non possono essere ignorati ed ancor più dimenticati, bensì ricordati criticamente per non consentirne il ripetersi. La nostra Comunità ha una storia antica e gloriosa, che si legge nelle cronache del passato ed emerge nel suo territorio che ha ospitato civiltà le cui tracce restano indelebili per indicarci le grandi nobiltà e civiltà delle nostre origini. Quante vestigia rappresentano momenti gloriosi e momenti tristi. Quanti disastri naturali hanno duramente segnato la sua vita e sono stati affrontati dalla nostra Gente con coraggio, con dignità, con orgoglio. Coraggio, dignità ed orgoglio che devono motivare la nostra Gente che, e lo si percepisce chiaramente, è in preda ad un fatalistico sconforto e ad un inammissibile senso di impotenza che li determina ad accettare supinamente ogni cosa, perché, sbagliando, dicono che non c’è nulla da fare. La speranza non deve venir meno così come non deve venir meno la volontà di lottare, con ogni mezzo naturalmente legale, per un’inversione di tendenza che faccia riemergere in tutte le sue positività la nostra Città. Quanti grandi personaggi ha espresso ed esprime il nostro territorio e quanti lametini onorano oggi la nostra Città emergendo dovunque per intelligenza, altruismo, preparazione e professionalità. Tutto questo costituisce la vera identità del nostro popolo. E questa identità Lamezia la rivendica, con forza e con indomito orgoglio, davanti a tutta la Nazione.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.