Enogastronomia e Turismo

I Casari di Carlopoli

Fra le produzioni d'eccellenza del Comune di Carlopoli senza dubbio la tradizione casearia occupa il primo posto, mantenendo salda la sua storia che si tramanda di generazione in generazione

Fra le produzioni d'eccellenza del Comune di Carlopoli senza dubbio la tradizione casearia occupa il primo posto.

Per secoli i nostri pastori hanno diffuso quest'arte soprattutto nella zona ionica delle province di Catanzaro e di Crotone. Alcuni di essi rivestivano il ruolo di "Caporale" all'interno delle grandi aziende baronali calabresi. Il Caporale era il responsabile della produzione casearia, una sorta di "sacerdote" di Galatea che godeva di grande rispetto sia da parte dei titolari dell'azienda, sia da parte chi ci lavorava. Era il custode della tradizione.

La vita dei paesi del Reventino, ma in particolare di Carlopoli e Castagna, ruotava attorno al ciclo della transumanza. Il termine transumanza deriva dalle parole: "Trans" (oltre, dall'altra parte di, al di là) e "Humus" (terra, suolo). Significa quindi portare le mandrie al di là della terra solita. Era una pratica comune fino a qualche decennio fa, e avveniva dalle nostre montagne verso la marina all'inizio dei primi freddi e viceversa all'arrivo della stagione calda. Anche il calendario liturgico veniva piegato alle esigenze della pastorizia: la festa del patrono veniva spostata in estate per il ritorno dei pastori dalla marina. In questo modo la festa era ancora più festa. "La transumanza era un avvenimento importante, atteso, di cui conservo ancora un nitido ricordo. La più bella era quella delle mucche di Rocco Mazza, che a centinaia attraversavano Castagna, per raggiungere i piani di Tirivolo. La mandria arrivava all'improvviso a scuotere il silenzio del paese, in ordinata e rumorosa processione. Il toro, con passo regale stava in testa al corteo e dava il passo, mentre decine di "Vaqueros" dal volto abbronzato e dall'aspetto simile a John Wayne, accompagnavano con le loro voci quel mare viaggiante di corna.

Le altre transumanze rivivono nei ricordi di mio padre che con la sua "Ford Anglia" trasportava gli agnelli mentre il gregge di mio nonno si spostava dalla Sila a Marcellinara. Problemi di natura igienica e sanitaria e il miglioramento delle condizioni di allevamento e di stabulazione hanno messo fine a questi affascinanti cortei ed il rumore dei camion ha preso definitivamente il posto del suono delle campane e delle urla dei vaccari." Col tempo questa emigrazione stagionale è divenuta stanziale: intere famiglie si sono trasferite sulla costa e non hanno fatto più ritorno in paese. La tradizione casearia resta ancora il cuore pulsante delle attività artigianali di Carlopoli. Adeguandosi agli standard igienici che la moderna legislazione impone, ma senza perdere di vista l'impianto tradizionale, numerosi piccoli caseifici restano ancora in attività e contribuiscono, ogni giorno, a salvare un pezzo della nostra storia.

 

Per l’articolo si ringrazia il signor Raffaele Arcuri.

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